Descrizione Progetto
OIDIO DELLA VITE
L ‘ Oidio della vite o muffa bianca è una malattia provocata da un agente patogeno fungino , arrivato in Europa dall ‘ America nel XIX secolo . La pianta , colpita da questa patologia presenta sintomi che si manifestano soprattutto sugli organi verdi della vite e sugli acini : le foglie colpite presentano una efflorescenza di colore bianco , che in un primo tempo sarà a macchie e poi andrà a ricoprire totalmente la superficie della foglia . Le foglie colpite piano piano si accartocciano e necrotizzano fino a cadere . I tralci in accrescimento che subiscono l ‘ attacco dell’ oidio della vite possono formare delle zone suberificate che creano notevoli problemi al momento della potatura e legatura , portando alla probabile rottura del tralcio stesso . Il grappolo è la parte della pianta che subisce danni diretti al momento in cui avviene l ‘ infezione , infatti si ha il disseccamento del grappolo e la formazione di polvere biancastra sugli acini , si osserva poi un repentino arresto dello sviluppo e la spaccatura dell epidermine che può favorire l ‘insorgere di altre patologie . Il micelio responsabile di questa infezione si sviluppa sulla superficie degli organi verdi , è formato da ife settate e ialine che formano organi di adesione , detti appressori , che permettono al fungo di penetrare nella cuticola e nella parete cellulare . Una volta che è avvenuta la penetrazione all ‘ interno delle cellule il fungo differenzia organi atti alla nutrizione , chiamati austori ; una volta infettata la pianta il micelio può moltiplicarsi sia per via agamica che per via sessuale . Durante la moltiplicazione agamica vengono prodotti dei rami conidiofori , dal micelio , che si ergono perpendicolari sulle ife , che corrono parallele alla superficie dell ‘ ospite . Questi conidiofori producono conidi disposti in catene piuttosto corte . La moltiplicazione per via gamica o sessuale avviene invece in seguito alla formazione dei cleistoteci ; questi hanno forma globosa e sono provvisti di appendici lunghe e flessuose che , arrivate alla maturità , presentano apicalmente un uncino . I cleistoteci contengono 4 o 6 aschi che racchiudono 4 ascospore , queste germinano producendo uno o più tubi di germinazione ciascuno dei quali forma un appressorio multilobato . Il patogeno che determina questa malattia può vegetare a temperature che variano da 6°C a 32°C ma trova il suo habitat ottimale a 20-27°C ; mentre sopra i 35°C la germinazione dei conidi è quasi totalmente inibita fino ad essere uccisi da temperature superiori ai 40°C ; temperature così alte risultano fatali per l ‘intero micelio . Al contrario di quello che si osserva per altre patologie provocate dai funghi in questo caso la pioggia sfavorisce gli attacchi di oidio , in quanto contrasta lo sviluppo rimuovendo i conidi e il micleio dagli organi infetti ; e non solo ma la presenza di acqua sulla pianta ostacola la germinazione dei conidi stessi che tendono a deformarsi per l ‘aumento della pressione del turgore cellulare . Per difendere le viti da questa malattia è opportuno operare con una buona lotto agronomica : evitare l ‘uso di portainnesti vigorosi , evitare eccessive concimazioni di azoto , ed eliminare viti portatrici sono fra le regole principali da seguire . In caso tutto ciò non basti a scongiurare un infezione è possibile utilizzare prodotti chimici come zolfi di copertura , methyl-dinocap , prodotti endoterapici e strobiruline . Lo zolfo viene applicato in polvere e penetra nella vegetazione non è da sottovalutare poi l ‘ azione dei micoparassiti come l ‘ampelomyces quisqualis ces .